
Il mago pasticcione, guarda che buffo e colorato che è!
Guarda quanti colori!
Guarda che chiassoso saccone!
Quella che ho dinanzi agli occhi è la copertina di una storia per bambini.
Soffermiamoci un attimo sulla copertina di questo pasticcione d’un mago; mi basta – o non mi basta – per ritornar bambina?
Altro ché se mi basta.
Poi giro la copertina e…
…patapaf!
la formula magica del mago, che vuol elevarsi a maghissimo grazie a un incantesimo che va ben oltre le sue forze ma
e no che non ve lo dico! Non voglio mica far spoiler 😉 dentro il suo sacco, ficcandoci il naso, dovrete essere da soli… io, di dritte, non ve ne dò!
Dicevo, giro la copertina e per colpa di una formula segreta di chissà chi, mi ritrovo ipnotizzata!

In mezzo a tutto quel fumo e quei bislacchi colpi di bacchetta, eccomi assistere alle buffe peripezie di un magone dalla lunga barba bianca che, leggete leggete, si pettina con una E!
Che sagoma, ragazzi!
Talvolta si pettina in modo talmente sbadato da far diventare quasi l’azione un rituale antistress. Ma aspetta un attimo… quindi anche i personaggi col cappello grande a cono, le stelline sulle toghe blu, la polverina magica e tutto il resto, sono stressati? Bene, mi sento meno sola!
Mondo reale, mondo di fantasia… sì sì, ma in fondo tutto il mondo è Paese!

Non voglio anticiparvi molto sulla storia perché mi piace l’idea che essa stessa vi sorprenda, stimolandovi l’immaginazione.
Che poi… chi l’ha detto che è utile solo ai bambini, la fantasia?
Chi mi legge sempre ora starà sbuffando – attenti che vi vedo! – lo ripeto sempre ogni volta che me ne si presenta l’occasione: la fantasia è ciò che, insieme all’amore (in ogni sua forma) può salvarci dal grigiore di giornate d’anima uggiosa.
Essa è un biglietto gratuito per salire sul treno dell’evasione, che passa sempre e non è mai troppo pieno! Posto ce n’è sempre e si viaggia sempre in ottima compagnia.
E allora apriamo la porta de “Il mago pasticcione” e saliamo sopra questo treno dell’immaginazione!
Antonia Romagnoli ci ha confezionato tutta l’ambientazione, ha scritto un divertentissimo copione e, in collaborazione con Elena Saliani che ne ha disegnato gli arredamenti, ci farà fare un viaggio pazzesco!
Senza anticipare nulla vi dico solo che lo stile con cui è stato scritto ricorda molto le rappresentazioni delle recite scolastiche.
Il ritmo veloce, semplice e chiaro, ricco di descrizioni costruite ad arte, mi ha permesso di leggerla recitandola, immaginandomi tutto quel pandemonio che combinava questo Mago bislacco e, in effetti, di parecchio pasticcione. Ero lì, ero al suo fianco! Il bellissimo lavoro di Elena Saliani, non faceva che confermare quello che, di volta in volta, io mi immaginavo leggendo.
Certo, io in teoria sarei un’adulta…
… ma per i bambini sarà di rilevante importanza poter guardare le belle illustrazioni colorate, prenderne spunto per rifarle o disegnarne di proprie e fissarne l’immagine nella mente associandola alla lettera di volta in volta coinvolta!
Ed eccomi arrivata al punto serio della questione: l’importanza e l’utilità di questa storia contestualizzata all’interno di un percorso didattico, percorso già peraltro sperimentato nelle prime classi di una scuola piacentina.
Conoscere le lettere dell’alfabeto, imparare a giocare con loro e con la fantasia.
Rendere VIVO l’italiano e non lasciarlo semplicemente, educato e composto, in fila in un bel corsivo inglese copiato dalla lavagna (grafia importantissima ma non esclusiva e, soprattutto, non accessibile a tutti).
E perché poi non giocarci anche, con quelle lettere?
Penso ai bambini con DSA, con disturbi di dislessia (che spesso non riescono a scrivere in corsivo inglese, o italico che sia) e all’importanza figurativa nei casi problematici. Trovare percorsi inusuali, associare figure e forme a concetti e nozioni, ormai è risaputo, è una delle possibili chiavi da usare. Ci sono persone dislessiche che si sono laureate con lode, associando ad ogni concetto un gesto o una figura.
Prima di pensare alla laurea partiamo dalle basi, impariamo l’A B C… arrivando magari fino alla Z !
Giochiamo con la A in qualsiasi modo la si voglia scrivere, disegnare, romanzare!
Chi di noi, nella sua vita, NON ha mai fatto i piedini alla prima lettera dell’alfabeto?
Da bambini o da adulti, magari scarabocchiandola su un foglio mentre siamo impegnati in una telefonata lunga? Chi è colpevole, alzi la mano!
Chi è senza peccato scagli la prima pietra…
Se siete tra i pochi, sfortunati, che mai l’han fatto, non temete: arriverà il mago pasticcione ad aiutarvi a ritornar bambini e se le sue capacità dovessero tramutarvi in palloncini, non sentitevi persi tra le nuvole, arriverà la maga in rosa a farvi ritornare in voi!
I bambini a cui verrà letta questa storia , sgraneranno gli occhi… lo so! E gli adulti mentre leggeranno penseranno:
“ma tu guarda questa scrittrice, che fantasia che ha! Ne avrà un gran sacco pieno, in giro per casa!”
Eh ma Antonia Romagnoli non è una donna qualunque che si è improvvisata cantastorie… eh no, cari!
Antonia Romagnoli è una “scrittrice titolata” che, grazie ad altri suoi libri, è stata Finalista al Premio Galassia 2006; ha pubblicato con varie case editrici, ha partecipato a varie antologie, ha curato – con l’editrice Solange Mela – la collana Pergamene per la Scuola; ha collaborato con il quotidiano “La Cronaca di Piacenza”, insomma, sa bene cosa, perché e per chi, scrive!
Per quanto mi riguarda, mi divertirò un mondo a giocare con mia nipote leggendo questa storia che suggerisce varie attività!
**Perché imparare ridendo, è una cosa che fa bene a tutti i bambini!
**Perché continuare a ridere, leggendo libri per l’infanzia, è una cosa che fa bene a tutti gli adulti!
Vi ricordo che il libro lo potrete trovare qui
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