Quando si dice “nascere nel posto giusto al momento giusto“
In una Salerno degli anni che vanno dal 1050 al 1097, incontriamo lei: Trotula de Ruggiero, grande donna che rivoluzionò il modo di “ascoltare le donne”. Prima Donna medico?
Prima che il suo nome e la sua fama iniziassero a spargersi tra la gente, i medici erano rigorosamente di sesso maschile, non toccavano il corpo femminile e a loro non prestavano molte cure e attenzioni (in campo medico, si capisce, in altri campi non ne disdegnavano né il contatto e né la vista del corpo nudo!)
Così Chaucer, scrittore del XIV secolo, infatti scrive:
«Mercurio ama la saggezza e la dottrina, Venere le spese e le baldorie», per questo Trotula ed Eloisa, donne che hanno preteso di far cose da uomini, sono elencate tra le wicked wives, le mogli o donne “cattive”.
Luciano Sterpellone in: “I grandi della Medicina” ne parla come di una donna bellissima che sposò Giovanni Plateario (detto “il vecchio”), anch’egli medico. Ebbero due figli che di professione fecero… indovinate un pò… ? Giusto! Divennero anche loro medici.
Donna medico, dunque, già di per sé cosa sorprendente; non solo però: Donna, medico, moglie, madre e, ciliegina dolce sopra una torta già stratificata di suo, scrittrice!
Tra le più antiche ricette cosmetiche e mediche ci sono infatti i trattati che con passione e dedizione Lei redigeva con cura e ricchezza di dettagli.
Suo infatti il: “De Ornatu Mulierum” (sui cosmetici delle donne), comunemente chiamato anche “Trotula Minor”
“Nell’opera, la cosmesi non risulta un aspetto frivolo: al contrario, secondo il concetto di bellezza di Trotula la donna deve raggiungerla per entrare in accordo con la filosofia della natura, per cui la sua arte medica era ispirata alla bellezza come estrinsecazione di un corpo in salute e in armonia con l’universo” http://www.paolocavallo.com/CosmeticaMedievale.htm
Nel link che ho riportato sopra, c’è un’interessantissima analisi di questo libro che sembra di una preziosità inestimabile! Vorrei poterlo avere a casa, come credo moltissime di voi!
Ecco, io probabilmente non mi sbiancherei i denti col marmo, come suggerisce Trotula, preferisco la pasta morbida di un dentifricio mentolato o lo strofinamento di una fresca foglia di salvia… ma se voi vi sentite temerarie e volete cimentarvi in questa avventura, fate pure, io non ne ho responsabilità! Non sono mamma, ma se lo fossi stata e avessi avuto l’acne da post parto, magari avrei preso in considerazione gli effetti scientifico- benefici della cipolla utilizzata come peeling sulla pelle del viso… dopo però non mi sarei risparmiata una super idratante maschera alla rosa con aggiunta di tutte le altre essenze floreali in un sol colpo! Inutile trovarsi con una pelle liscia, senza brufoli, ma con nessuno talmente vicino da poterci parlare sottovoce, talmente vicino da poter ammirare l’incarnato odoroso di cipolla!
Personalmente sono giunta a conoscere questa donna proprio facendo una ricerca sulle origini della cipria, cosmetico di Venere (ma questa è un’altra storia).
In conclusione, questo libro sembra esser stato una pietra miliare nella dermatologia e cosmetologia e probabilmente a Lei dobbiamo dire “grazie” per molte ricerche che poi negli anni si sono perfezionate fino ad arrivare ai giorni nostri.
Un altro importante suo libro è il: “De passionibus mulierum curandarum”
“Siccome le donne sono per natura più fragili degli uomini, sono anche più frequentemente soggette a indisposizione, specialmente negli organi impegnati nei compiti voluti dalla natura. Siccome tali organi sono collocati in parti intime, le donne, per pudore e per innata riservatezza, non osano rivelare a un medico maschio le sofferenze procurate da queste indisposizione. Perciò la compassione per questa loro disgrazia e, soprattutto la sollecitazione di una nobildonna, mi hanno indotto a esaminare in modo più approfondito le indisposizioni che colpiscono più frequentemente il sesso femminile.”
Si tratta, a grandi linee, di un libro di medicina ricco di riferimenti all’anatomia e alle conoscenze di fisiologia dell’epoca. Le donne avevano ovviamente meno pudore nel rivolgersi ad una rappresentante dello stesso sesso e quindi lei riusciva a rompere quel muro di pudore misto a riservatezza che impediva alle persone bisognose di esporre i propri malesseri (specialmente se “intimi”).
Ulteriore trattato che è d’obbligo citare è: “Practica secundum Trotam”
http://biblioteca.ucm.es/blogs/Foliocomplutense/5546.php#.V0V1BtJxnIU
Delle malattie e della cura nella donna, anche chiamato “Trotula Maior”
Questo manoscritto sembra esser stato ritrovato a Madrid, presso la Biblioteca dell’Università Complutense (una delle più antiche e prestigiose università spagnole) e contiene 66 articoli di ginecologia e ostetricia che spaziano dalle nausee, alla lacerazione da parto, al morso del serpente, alle mestruazioni (la cui ciclicità è stata per Trotula, motivo evidente di ricerca e studio accurato) e alla neonatologia ad ampio spettro. ( https://it.wikipedia.org/wiki/Practica_secundum_Trotam )
I suoi testi erano ovviamente scritti in latino medievale e, si dice, alcuni siano stati fatti su commissione.
Il suo nome iniziò a farsi sempre più importante, tanto che nel XIII secolo le sue ricette, le sue terapie e i suoi studi in genere, erano conosciuti in tutta l’Europa.
Fino al XVI secolo, tra i vari testi classici delle più rinomate scuole di medicina, c’erano anche i suoi trattati. Col passare degli anni, però, come spesso accade alle firme che riportavano un nome femminile, l’attribuzione subì degli attacchi e il libro oltre a delle modifiche subì una crisi di identità passando da un nome maschile all’altro: fu il caso dell’attribuzione a un “anonimo”, o al marito o ad un ipotetico medico chiamato “Trottus”. Addirittura si arrivò alla negazione assoluta che una donna avesse potuto scrivere un’opera così importante e sciolsero il legame che univa la Trotula alla medicina, cancellando il suo nome una volta per tutte. Era il XIX secolo.
Fu solo grazie agli studi di fine ottocento, eseguiti da storici italiani competenti (le mie dita hanno digitato autonomamente questo ultimo aggettivo, mentre una smorfia si delineava in viso al pensiero di chi li aveva preceduti!) che il prestigioso nome di Trotula venne lucidato e riportato ai fasti dovuti; lei riprese il posto che le spettava vicino alle altre Mulieres Salernitanae, un posto d’onore incontestabile!
Questa ricerca personale è frutto di una forte e insaziabile mia curiosità, su qualsiasi cosa abbia la fortuna-sfortuna di capitarmi sotto gli occhi. Stavolta è toccato a Trotula! Il web è giustamente pieno di notizie su di lei, in molti l’hanno studiata, ne hanno sviscerato le ricette e hanno studiato i suoi preziosissimi trattati.
Io sono felice, sono queste le Donne che mi rendono orgogliosa di appartenere al genere femminile.
Una donna diventa madre nello stesso istante in cui una bambina nasce. In un contesto di normalità, la piccola sogna, ama e gioca con le bambole; si sente una principessa protagonista delle favole, con il vestito a ruota, il cavallo bianco e la lunga treccia di capelli biondi da far scivolare fuori dalla finestra della torretta – abbondanza di stereotipi scritti di proposito – poi cresce, si innamora, studia e, forse, indosserà il camice bianco mentre camminerà lungo il corridoio che la condurrà nel suo studio. Sulla porta, una targhetta dice: “Dottoressa…”
Forse diventerà anche lei Mamma, come le donne che assiste con dedizione; come le donne che ascolta. Forse anche sua figlia farà il medico, quando sarà grande, forse.
Di certo, oggi, ha la possibilità di poterlo concretamente sognare… e, ancora “di certo”, lo dobbiamo a chi ci ha preceduto lungo la storia che si è fatta seme e radice al tempo stesso!
P.s: andrò a leggermi, con calma, l’analisi di Paolo Cavallo, alla ricerca di piccole chicche e segreti di bellezza all’insegna della natura mista alla scienza!
Per approfondimenti:
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