Una voce calda, importante, roca. Voce che gratta in gola ed entra, attraverso le cuffiette, direttamente al centro di me.
Guccini è poesia, sempre!
Riesce a calarmi in atmosfere lontane, dentro altri sussurri, altri palpiti, altre emozioni.
Se allungo lo sguardo, mi sembra di vederli, davanti a me, gli altri!
Le note di un sax salgono a sfiorare le nuvole mentre io socchiudo gli occhi per trattenere il fremito.
E intanto la musica suona e la voce vibra, come il cuore… e intanto, di metafora in metafora, si canta la vita.
Autunno
Un’oca che guazza nel fango,
un cane che abbaia a comando,
la pioggia che cade e non cade
le nebbie striscianti che svelano e velano strade…
Profilo degli alberi secchi,
spezzarsi scrosciante di stecchi,
sul monte, ogni tanto, gli spari
e cadono urlando di morte gli animali ignari…
L’autunno ti fa sonnolento,
la luce del giorno è un momento
che irrompe e veloce è svanita:
metafora lucida di quello che è la nostra vita…
L’autunno che sfuma i contorni
consuma in un giorno più giorni,
ti sembra sia un gioco indolente,
ma rapido brucia giornate che appaiono lente…
Odori di fumo e foschia,
fanghiglia di periferia,
distese di foglia marcita
che cade in silenzio lasciando per sempre la vita…
Rinchiudersi in casa a aspettare
qualcuno o qualcosa da fare,
qualcosa che mai si farà,
qualcuno che sai non esiste e che non suonerà…
Rinchiudersi in casa a contare
le ore che fai scivolare
pensando confuso al mistero
dei tanti “io sarò” diventati per dempre “io ero”…
Rinchiudersi in casa a guardare
un libro, una foto, un giornale
e ignorando quel rodere sordo
che cambia “io faccio” e lo fa diventare “io ricordo”…
La notte è di colpo calata,
c’è un’oscurità perforata
da un’auto che passa veloce
lasciando soltanto al silenzio la buia sua voce…
Rumore che appare e scompare,
immagine crepuscolare
del correre tuo senza scopo,
del tempo che gioca con te come il gatto col topo…
Le storie credute importanti
si sbriciolano in pochi istanti:
figure e impressioni passate
si fanno lontane e lontana così è la tua estate…
E vesti la notte incombente
lasciando vagare la mente
al niente temuto e aspettato
sapendo che questo è il tuo autunno…
che adesso è arrivato…
Alle volte, sforzandomi, riesco ad evitarlo Guccini: mi fa piangere. Ecco, ad esempio sono anni che non ascolto più Canzone delle osterie fuori porta, tanto per fare un esempio.
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Anche a me, ascoltando Guccini, scatta la commozione. Il suo timbro vocale è capace di toccare corde che ognuno tiene segrete anche, a volte, a se stesso.
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