Albero
“Tutto il cielo cammina come un fiume,
grandi blocchi traendo di fiamme e d’ombra.
Tutto il mare rompe, onda dietro onda,
splendido, alle fuggenti dune.L’albero, chiuso nel puro contorno,
oscuro come uno che sta su la soglia,
muto guarda, senza battere foglia,
gli spazi agitati dal trapasso del giorno.”Diego Valeri
Due quartine alternate, tratte dalla raccolta di poesie “Terzo tempo” (1950) e scritte da Diego Valeri (1887 – 1976) insegnante nei licei e docente presso l’università di Padova, di lingua e letteratura francese e di Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea. Collaboratore della Nuova Antologia e compositore di numerosi poesie.
Ho scelto questa poesia, per questa giornata d’autunno, perché, mai come in questa stagione, il paesaggio si pregna dei raggi d’ambra che sfumano tutto ciò su cui si posano.
L’albero, chiuso nel puro contorno
così padrone dello spazio senza limite, pur rimanendosene fermo e, fisicamente, delimitato.
Le folate di vento ne spettinano i rami.
I raggi di sole ne mutano le ombre.
Foglie in via di abbandono… stremate nell’attesa di una goccia, unica e minuscola, di pioggia, capace di farle scivolare al suolo, mutandone il peso.
muto guarda, senza battere foglia,
gli spazi agitati dal trapasso del giorno.
Attore e spettatore al contempo, lui osserva, muto, l’andare e il divenire del vivere.
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