Come sapete, ho scritto per un’antologia a scopo benefico, che presto vi presenterò, due racconti regency.
Calarmi in quel contesto di dialoghi richiedenti titoli e uso del “voi”, di abiti in mussola e spinette fiamminghe, di pareti decorati a fil di seta e arazzi alle pareti… beh, tutto questo mi ha, finalmente, sbloccata: ho ripreso in mano l’ago da ricamo!
Anche se chiudi l’attività, artigiana resti dentro!
Ho preso il telaio e ho iniziato… per diletto, per passione, per scrivere, dopotutto, col filo.
Calligrafia, scrittura e ricamo, in fondo, sono figli dello stesso istinto.
Gli aborigeni australiani ritengono che nei gufi siano racchiuse le anime delle donne, mentre per gli Indiani d’America sono l’incarnazione del Grande Spirito che si lamente della perduta armonia tra uomini ed animali.
(Piero Piani)
Un’immagine fiera dunque, quella del gufo, che solo l’ingenuità delle tradizioni popolari ha trasformato in simbolo del malaugurio per il suo stile di vita solitario, notturno e quei vocalizzi che solcano il buio. Ci sono però anche credenze contrastanti. Il gufo era simbolo di saggezza per gli antichi ateniesi, associato alla dea Athena. Il ciondolo a forma di gufo in molti paesi si ritiene porti bene e tenga lontano i malanni. Insomma ci vorrebbe attenzione a definire «gufo» un avversario
(Danilo Mainardi)
Bellissimi, Lisa, complimenti! Io penso che presto riprenderò la lettura di Donne che corrono coi lupi… Ti auguro un felice e sereno fine settimana! 😉
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