Stanotte ho iniziato a leggere un libro importante.
Le più antiche storie del mondo.
Tutti conosciamo, chi più chi meno, le favole dei fratelli Grimm; Biancaneve e sette nani li abbiamo incontrati in tutte le salse… per non parlare di Alice nel paese delle meraviglie, che personalmente adoro ma a cui sceneggiatori e scrittori hanno fatto fare davvero la qualunque!
Certo, anche Carroll non si è limitato a pettinare la bambola ma le ha costruito, attorno, un caleidoscopio pazzesco!
Insomma, dicevo, tutti abbiamo presente queste storie, come pure ben conosciamo Ulisse, Minosse, Zeus e abbiamo, sempre chi più chi meno, masticato miti dell’antica Grecia e dell’antica Roma.
Ma se andassimo ancor più indietro?
Se, grazie al panetto di Alice, riuscissimo a farci microscopici e salissimo su un foglio stampato in 3D…
se nel viaggio il supporto si facesse di carta, poi di papiro e infine ci ritrovassimo sdraiati sopra una tavoletta d’argilla?
Oplà, siamo andati indietro nel tempo di molto più di quattromila anni!
Sotto i piedi abbiamo argilla cotta, camminiamo su caratteri cuneiformi.
Cunei orizzontali, verticali o diagonali ci rendono difficili i passi.
Saltelliamo di tavoletta in tavoletta, scritture babilonesi, assire ed ittite… ogni simbolo una sillaba.
Talvolta inciampiamo in qualche ideogramma di origini sumere.
Oh, e quel pezzetto laggiù?
È diverso ancor di più…
una voce dall’alto mi suggerisce all’orecchio “questa è la scrittura dei Cananei“: sempre cuneiforme ma composta da soli ventinove caratteri, ognuno dei quali rappresenta non una sillaba bensì un suono consonantico. Il più antico alfabeto che si conosca e la sua origine non è neppur certa.
Si tratta di una semplificazione della scrittura sillabica?
Oppure si tratta di un adattamento, progenitore della scrittura fenicia, greca, italica?
La risposta non è scontata.
Ma una volta tolto il cappello a quest’articolo, cosa ci sarà mai scritto sopra queste tavolette talmente antiche da non aver più l’odore dell’argilla cotta, addosso?
Mani delicate e pazienti, di archeologi appassionati, hanno ridato vita a questi cunei… grazie al dotto traduttore – romanziere talvolta – Gaster, sono potuta ritornare ai tempi nostri per leggere, attraverso l’alfabeto odierno, le storie incise allora, con stecchi dalla punta triangolare, detti “stilo”.
Chi era Theodor Gaster, autore di questo libro?
Theodor Herzl Gaster (21 luglio, 1906-2 febbraio 1992) è stato un biblista noto per lavori di religione comparata, per lo studio della mitologia e della storia delle religioni.
Interessante! Attendo quando l’avrai finito per capire se vale la pena leggerlo, e che storie racconta!
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Te ne parlerò per ordine 😉 di lettura… magari già domani. Per ora posso solamente dire che sia la prefazione sia l’introduzione sono intriganti… e non è “cosa comune”.
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Bella recensione, Lisa, grazie! 🙂 Non conoscevo questo autore, ma mi interessa l’argomento di discussione, visto che anche a me piace tuffarmi indietro nel passato, in storie come queste, che sanno di archeologia, miti e Sacra Scrittura… Lo metto subito in lista! 😉
Ti auguro una splendida giornata! 😉
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ah, non finiremo mai di incontrare autori che non conoscevamo… e ben vengano queste scoperte! Buona serata anche a te, Luca.
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