Inutile dirlo: leggendo questa autobiografia di Jean-Paul Sartre, sto sottolineando tanti passaggi, frasi… parole, appunto!
“Non sapevo ancora leggere, ma già le riverivo queste pietre fitte: ritte o inclinate, strette come mattoni sui ripiani della libreria o nobilmente spaziate in viali di menhir, io sentivo che la prosperità della nostra famiglia dipendeva da esse. Si assomigliavano tutte, mi divertivo in un minuscolo santuario circondato di monumenti tozzi, antichi, che mi avevano visto nascere, che mi avrebbero visto morire, e la cui permanenza mi garantiva un avvenire calmo quanto il passato.”
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