“Miti e leggende del Giappone. Fiori, giardini e alberi” di Frederick Hadland Davis

Pubblicato dalla Edizioni Lindau,Miti e leggende del Giappone. Fiori, giardini e alberi” è un libro scritto da Frederick Hadland Davis,  giornalista e storico britannico nonché grande conoscitore del Giappone; contribuì, insieme ad altre figure, alla divulgazione della cultura giapponese tra ’800 e ’900.

Miti e leggende del Giappone, Fiori, giardini, alberi, Frederick Hadlandd Davis, recensione

Pubblicata per la prima volta nell’ormai lontano 1913, questa raccolta folckloristica è stata pubblicata in Italia, da Edizioni Lindau, a luglio di questo nostro – tremendamente bisognoso d’armonia! – 2020.

Dalla sinossi: Se si considerano l’arte e la letteratura giapponesi – dalle stampe dell’ukiyo-e alla poesia haiku, dai motivi ornamentali sulle stoffe dei kimono ai drammi del teatro Nō –, i fiori e gli alberi sono tra i soggetti più rappresentati. La natura vegetale è infatti un elemento centrale della cultura del Paese del Sol Levante, e in questo breve volume Frederick Hadland Davis ci racconta i miti e le leggende che a essa si ispirano. Scopriremo la toccante storia del crisantemo bianco, o quella magica e suggestiva del fiore di loto. O, ancora, la vicenda tenera e commovente del pino, l’albero dell’amore eterno, e i tanti aneddoti di spiriti e creature silvestri che popolano l’immaginario collettivo giapponese.

Poco meno di un centinaio di pagine… ma senza immutarne il piacere, ne avrei lette, tranquillamente, anche il doppio!

Sarà che il folklore mi piace? Sarà che miti e leggende hanno sempre un potere attrattivo su di me? Sarà che tutto ciò che riguarda il mondo nipponico è garanzia di senso anche dentro ciò che senso potrebbe non avere? Sarà che amo la natura e sempre, in mezzo a lei, non mi sento mai sola?

Per tutte queste cose, ovvio, unite al fatto che le pagine sono state scritte – e tradotte da Davide Platzer Ferrero – con uno stile espositivo coinvolgente e, a tratti, persino divertente!

Il libro è corredato da bellissime tavole illustrate, scelte tra le opere del pittore, incisore, nonché illustratore giapponese Katsushika Hokusai – che non ha fatto solo “La grande onda di Kanagawa” 😉 – e proprio dopo una splendida citazione…

“Tutta la gioia della mia esistenza è nel cuscino che mi regala il riposto notturno; tutta la speranza dei miei giorni risiede nelle bellezze della Natura, diletto degli occhi.” – Kamo no Chōmei, Hojōki

… e un’illustrazione in bianco e nero, raffigurante un vaso dentro cui dei giacinti stanno vivendo la loro primavera primavera personale, aprendosi – p.s: il fatto che sia in bianco e nero non è per nulla riduttivo giacché ammirando la tavola illustrata, io la vedo riempirsi di tutte le sfumature che servono. Tutto è minuziosamente dettagliato ad indicare che la grandezza non necessariamente richiede grandi spazi e infinite palette cromatiche

Dicevo… dopo una bella citazione e dei primaverili giacinti – che, nella mia testa, ho dipinto di viola – il giornalista britannico parte subito mettendo le cose in chiaro e distinguendo dai giardini nipponici, l’opulenza “macchiaiola” dei giardini occidentali in cui, magari, il giallo sfacciato può fiorire, senza tanti preamboli, vicino a un blu oltremare o a del rosso passione, generando quella che, a detta dell’autore, risulta “un’oscena esplosione di colori e avvilisce i fiori stessi, disposti in modo così poco saggio. La verità è che non conosciamo l’arte di disporli. Li compriamo soltanto per far sì che il giardino appaia luminoso, credendo che la luminosità sia quella qualità astratta che non può mancare per allietare le nostre giornate d’estate.” Bhé, insomma, un po’ qua dissento…. ma io che amo anche i prati stabili e le infiorescenze palustri, forse non faccio testo… però insisto: i giardini inglesi, specie quelli che si possono ammirare nelle resistenze storiche, li trovo tutto tranne che ineleganti.

Ma la questione è un’altra, ciò che evidenziava lo scrittore è la ricerca metodica, pignola, meticolosa, dell’armonia più ad ampio raggio. Un’armonia che non bada solo alla stagionalità o ai colori, bensì una concordanza che è data da un sapiente intreccio tra simbolismo, folklore, conoscenza scientifica, senso estetico e spiritualità.

Ed ecco che nel mondo nipponico la Natura, in tutta la sua interezza, si palesa con un’armonia che è danza, concerto di tangibile e intangibile; un’eufonia di petali che mentre scendono delicatamente al suolo, sussurrano messaggi a chi li vuol udire. Questo è il motivo per cui amo la cultura nipponica e questo ho ritrovato dentro queste pagine.

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Ho letto di centinaia di poesie infilate tra i rami di grandi Magnolie in fiore e di piccole torte decorate che ne imitano i petali. Ho letto della pietra del sereno riposo e della pietra dell’onda selvaggia e di lanterne che risplendono anche senza bisogno di luce artificiale… risplendono di natura che si pennella da sé, illuminandosi con candida neve che si posa sul verde di selvaggio muschio. Ho letto la meravigliosa storia dei pini di Takasago:

“(…) In un’opera del teatro giapponese troviamo le seguenti parole: «L’emblema dell’immutabilità – che possa essere cantata la loro fama sino alla fine del tempo – la fama di due pini che sono invecchiati assieme». Si riferisce ai famosi pini di Takasago. Conder ci racconta che alla festa di nozze «un ramo del pino maschio viene messo in un vaso e un ramo del pino femmina in un altro. I due rami, arcuandosi, si incrociano e si toccano». Questa disposizione rappresenta «l’unione eterna», la mutua devozione degli sposi che si conserva sino nella vecchiaia.

Ho incontrato eremiti e colline selvagge, pleniluni e brezze di vento. Ho letto di Primavera, di Estate, di Autunno e di Inverno… ho letto di ciclicità e rispetto! Rosso rubino, rosa pastello, bianco neve e verde di linfa.

Ho incontrato petali e fantasmi, volute di fumo e germogli; ospiti inattesi e ospiti desiderati. Profumo di incenso, lanterna accesa, un crisantemo sfiorisce mentre l’altro si schiude al mondo. Ricorrenze, feste, tradizioni al ritmo di poesia, prosa, credenza e botanica.

Ho letto di splendidi nomi raffiguranti concetti e mondi intrinsechi «Testa assonnata», «Rugiada dorata», «Drago bianco» e «Notte stellata»; ho incontrato “la Signora bianca e quella gialla” e gelosie, orgoglio e invidie. Mi sono ritrovata ai piedi di pozzi viola, durante notti tempestose in cui da lontano, il vento mi portava il suono di un pianto di donna.

Fiori e alberi in un intreccio eterno con l’uomo

La bellezza della donna giapponese è spesso associata alla fioritura dei ciliegi, mentre la sua virtù è equiparata al fiore del pruno

Il suo vagabondare (della Camelia, N.d.A) notturno divenne così frequente che decisero di abbattere l’albero, e si narra che, quando venne colpito, dal tronco sgorgò un fiotto di sangue.

Potrei pure proseguire così, elencando molti dei “protagonisti” narratemi nel libro, ma toglierei il gusto della scoperta a chi il libro vuol leggerlo e ancora non lo ha fatto.

Io l’ho sempre sostenuto: siamo tutti facenti parte di un intreccio di radici, sopra e sotto terra!

Alle leggende, alle tradizioni, alla letteratura orale narrata attorno a un fogolare, ai simboli, alla mitologia si può credere o meno, ma una cosa è indubbia:

tutto questo riempie i vuoti interstizi con calore di Vita!

P.s: nell’estratto proposto dall’anteprima di Amazon, scorrendo le prime pagine, potrete vedere una delle illustrazioni di cui vi ho accennato prima

Miti e leggende del Giappone. Fiori, giardini e alberi

e qui, invece, potrete scorrere il catalogo della Lindau

Bene, piove, stasera non devo bagnare le mie piante in giardino.

Alla prossima,

Lisa.

2 risposte a "“Miti e leggende del Giappone. Fiori, giardini e alberi” di Frederick Hadland Davis"

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  1. Mia cara amica, leggere le tue recensioni è un toccasanba per me, tanto spieghi bene da farmi restare ammaliato, quasi, dalle belle parole che si susseguono davanti agli occhi… 🙂
    Mi è piaciuta molto la recensione, e ho seguito sbito il link per vedere la copertina del libro con l’illustrazione; sono sincero: del mondo orientale, alla Cina ho sempre preferito il Giappone, forse proprio perché ha tutta una serie di miti e leggende che sanno appassionare, e a farti venir voglia di saperne di più, anche se non ci sei mai stato. E’ un mondo particolare; più che altro direi affascinante. Bello il dipinto “La grande onda” di Hokusai. Sai che lo vii anni fa, a Roma, riprodotto con i Lego? Sembra incredibile, vero?
    Grazie ancora! 🙂
    Ti auguro una piacevole serata! ❤

    "Mi piace"

    1. Scrivendomi che i miei articoli sono per te dei toccasana, mi hai fatto scritto una “cosa” bellissima! Grazie 😀 . Scritto ciò, anche io non sono mai stta in Giappone ma è, come forse si intuisce, una delle mie mete desiderate (il problema è che è il mondo intero a piacermi 😀 ) Ma prima o poi… chissà… (e non scrivermi “chi visse sognando… !). La grande onda fatta con i Lego dev’essere stata da togliere il fiato!

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