“La vita tormentata del Tasso si svolse, cosa significativa per il suo stato d’animo e di spirito, fra lo splendore delle corti, la pace dei chiostri e la nostalgia sempre viva della sua natale Sorrento, dove egli sperava di ritrovare, presso la sorella e nella quiete della di lei casa, un po’ di quella pace che la sua anima aveva smarrita. Noti sono gli eccessi del suo carattere instabile ed irritabile che gli procurarono molti nemici. Essi non erano altro se non manifestazioni di una malattia nervosa, di cui già nell’infanzia egli aveva sofferto, ma che, date le condizioni della scienza del tempo, non era conosciuta come tale. Solo uno dei suoi amici e protettori, il duca di Ferrara, colpì nel segno: in seguito ad un accesso, più furioso del solito., a cui il Tasso andò soggetto proprio alla corte, anziché punirlo, come gli era consigliato, lo trattò come malato di nervi e provvide al suo internamento. Dopo una reclusione durata circa sette anni, Tasso fu rilasciato dietro sua supplica. Tuttavia il suo stato non era affatto migliorato anzi peggiorato. Egli venne a Roma nel novembre 1594 per essere incoronato col lauro dei poeti in Campidoglio, ma stanco e malato, si ritirò volontariamente nel chiostro di S. Onofrio, dove morì nell’aprile 1595 povero e nel completo ottenebramento delle facoltà mentali. Ancora oggi si mostra il luogo preferito dell’infelice poeta: a una svolta della strada, fra gli avanzi di un anfiteatro, dove i monaci solevano meditare in pace, si spandeva l’ombra d’una quercia, si cui si vede ancora l’annoso tronco che da quel tempo porta il nome di “quercia del Tasso”. La stanza che il poeta malato abitò e che contiene gli oggetti di cui si servì, è custodita dai frati ed è accessibile ai visitatori. Là si trova anche la prima pietra sepolcrale che i monaci posero pietosamente sulla Tomba del Tasso. A Roma, tra il popolo, quando si vuole indicare una persona un po’ strana e bizzarra, si è soliti toccarsi la fronte con l’indice, dicendo: «È di San Onofrio…» Non si sa se questo debba riferirsi al convento di S.Onofrio dove dimorò il povero poeta malato, ovvero al grande manicomio di Roma, che porta anche tal nome. Probabilmente a questo ultimo… ma non è facile avere una certezza assoluta di tali modi di dire usati in Roma, dove banalità apparentemente senza importanza hanno spesso un’origine storicamente fondata.” Margherita Naval.
Il pezzo che ho sopra riportato è stato tratto da un libricino che è arrivato in casa mia da pochi giorni ma che, di giorni, ne ha parecchi! Una copertina di carta ruvida, oramai quasi color malaga chiaro(!) , nessun disegno e nessuna foto, fuori c’è solamente, nero su bianco, titolo dell’autrice, titolo e sottotitolo del libricino e l’editore: Editore Ulrico Hoepli Milano. La “mia” edizione è la seconda, è corredata da 117 illustrazioni in 88 tavole, in bianco e nero ed è stata finita di stampare – come si usava scrivere allora, nell’ultima pagina – nel mese di luglio del 1950 con i tipi delle Industrie Grafiche Italiane Stucchi, via Marcona 50 – Milano. Prezzo di copertina Lire 1000. L’autrice è Margherita Naval, di cui – ahimè – non sono riuscita a reperire notizie in rete… strano! Di certo, di aneddoti, curiosità e leggende particolari, in queste pagine, ce ne sono parecchi e di sicuro ne riporterò altre…è probabile che la prossima volta “tocchi” niente di meno che a Sua Maestà Cristina di Svezia finire nel mirino, a Lei che con quel cannone… ma questa è un’altra storia!

Ma ritornando al Tasso – come lo nomina la Naval – non voglio perdermi l’occasioni di scrivere qualche suo verso, lasciandomi cullare dai suoi perfetti madrigali, sempre conclusi con affetto di baciata finale.
Interessante la vita del Tasso, come tutti i grandi artisti, pittori, poeti etc, anche lui aveva un’indole molto problematica. Tutti i grandi artisti sembrano accomunati da questa caratteristica, chi vive una vita normale senza problemi difficilmente è un grande artista.
Un saluto
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Una constatazione su cui, ovviamente, sono d’accordo. Le difficoltà, i problemi, le nuvole nere – senza inneggiare al masochismo, logico! – aumentano l’empatia delle persone sensibili mosse dall’estro creativo. Estro in cui riescono a dar forma alle emozioni.
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È proprio così. 🙂
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Wow, che bella chicca ti sei aggiudicata, complimenti Lisa! 🙂
Non conosco il Tasso, se non per il fatto che ha scritto la Gerusalemme liberata (che ricordo di non aver studiato a scuola)
Buonanotte, a presto. 🙂
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