
Mai paragone avrebbe potuto essere più calzante: “Manuale malincomico di soccorso alla quotidianità” di Odette Copat, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, come si legge in quarta di copertina è come un vaso di caramelle in cui, infilandoci la mano, ti puoi imbattere in pagine dai gusti diversi: pagine fresche come la menta colorata col verde, pagine gialle limone, estive e sudaticce come la maglietta non termica che hai usato per fare running – l’autrice, non io… io al running prediligo il divaning! – pagine di zucchero ben dosato con l’aroma – come le buonissime zuccherine di una volta, avete presente? Quei pois colorati che, peggio delle ciliege, si tiravano l’un l’altro, le Ginevrine, sì, quelle! Dolcissime eppure per nulla nauseabonde – ma non solo zucchero, in questo vissuto vaso che da cui ho da poco sfilato gli occhi.
“Manuale malincomico” potrebbe essere un diario, un prontuario, un bugiardino,
un insieme di riflessioni,
un seguire le stagioni.
Con uno stile da prestigiatrice della parola, Odette Copat ha scritto questo libro evocando nella mia mente di lettrice ogni immagine da lei narrata, l’empatia scivolava – avvinghiava, rideva e conversava – rimbalzando da lei, che prima scriveva, alle pagine stampate che tenevo tra le dita, alle foglie della spettinata siepe di lauro che si trova nel mio giardino quanto nel suo, alla magnolia che durante la lettura mi ha fatto da ombrello… ora mentre fuori troppo sole e ora come quando fuori piove.
331 pagine. Si presenta come un tomino – non rivestito con lo speak – con un sapore buonissimo celato tra le righe. Scritto in modo ineccepibile, fluido, moderno ma elegante – e questa combo, moderno ed elegante, non è cosa frequente. Qualcuno scrive che questo libro si presta alla consultazione, nel senso che può esser sbocconcellato a piacere, aprendo quasi a caso le pagine, è vero, però io ho adorato leggermelo tutto per ordine, dalle bollicine in piedi all’ammazzacaffè con ringraziamenti finale!
In completa assenza di nomi propri, siamo tutte un po’ Protagonista e su questo ci si potrebbe fare un altro articolo, scritto in modo più compito e analitico.
Cooomunque, scrivevo che nel libro non ci sono nomi propri e quindi, con facilità, Cane diventa il mio Labrador taglia L – che, come una banderuola al vento, lascio mi porti a fare una passeggiata – e poi Marito, Mamma, Amica, Figlia di Amica…
gli “Anche io!” si infilavano nella catenina come le Ginevrine di prima nel filo che unisce i capolini delle margherite, e il paragone non è che mi sia scivolato fuori a caso giacché l’eleganza di questo manuale anomalo sta proprio nella semplicità apparente con cui è stato scritto. Della Margherita, tu, cambieresti una virgola?
Attenzione, ho scritto: “Semplicità apparente“! Già, perché seppur privo di arzigogoli e svolazzi cervellotici di frasi incastrate tra loro come pezzi di puzzle da 6000 pezzi di Mordillo, in questo libro non è che le sottigliezze letterarie manchino, anzi!
Ho adorato – ridondo: adorato! – le filastrocche celate e quelle palesate, i giochi di prestigio che componevano una ritmica composta da note di cuore, di pancia, di intestino, di testa e di tastiera. Paragoni, metafore, trasposizioni di immagini, figure retoriche…
figure retoriche ché, se ti fermi un attimo a riflettere, retorici siamo in fondo tutti, con le nostre quotidiane deviazioni – eccola che ritorna la vena “serietà”.
Il libro è diviso seguendo il ciclo delle stagioni, i capitoli sono tanti e brevi, pillole di vita altrui o nostra… a seconda del genere, perché diciamolo, è un libro che, seppur “aperto” a tutti, piacerà maggiormente alle donne, specialmente a quelle che nell’armadio hanno minimo dieci maglie nere – mica tutte uguali! Una nero fumo, una nero notte, una nero intenso, una total black, una nero Kohl, una nero Grigio di Payne, una nero Ossidiana, una nero Inchiostro, una nero Carboncino e una nero Ghiaietto… ché io ho letto pure il meraviglioso “Atlante sentimentale dei colori” di Kassia St Clair!
“L’amore d’estate > se tu Diego io Frida – Cammino sulla spiaggia e penso che se tu sei la sabbia, io la conchiglia. Ma se io labbra tu bottiglia, e se tu Alice io Oh che meraviglia! poi tu burro e io peccatrice. E se io buio tu interruttore, così io puff! luce e tu lettore, quindi io occhiali tu baffi e nasone. Ma metti che tu serratura, allora io forcina, tu il via libera e io la piantina. E se tu evasore io taxi, tu cento dollari e io acceleratore. Poi tu gomma io pane, tu Diego io Frida, io pallina tu cane. E se io tigre tu domatore, ché un po’ cambio per amore, e infatti tu telecomando e io televisore. E poi tu colomba e io cilindro, tu sorpresa e io ti trovo, tu colombo e io il tuo uovo. E se io fantasma tu lenzuolo ma a quel punto io furetto, tu catena e noi a letto, cacciatore e capriolo. E ti sei accorto che se io Findus tu Capitano, se tu bocca io dito, se io ardesia tu gesso, e che se io scherzo, come adesso, tu divertito? – In soccorso: crema doposole e surgelati per cena.” – Manuale malincomico di soccorso alla quotidianità, di Odette Copat, pagina 61.
Ho scelto di riportare questo pezzo perché, nonostante il libro mi sia piaciuto nella sua interezza, questo lo trovo emblematico e nella sua concisa dimensione racchiude i molti detti e non detti, i sorrisi e le amarezze, l’amore nostalgico e quello presente, i giochi, le filastrocche, gli scardinamenti delle regole, le sovversioni, i divertimenti, le sorprese e le constatazioni amichevoli… insomma, sono giunta alla fine di tutto le 331 pagine e ho pensato:
Se tu scrittore e io lettore, tu prestigiatore e io spettatore!
Sinossi: «Ridi sempre, ridi lo stesso, e se sei causa del tuo mal, ridi te stesso.» Manuale malincomico è il divertentissimo viaggio letterario dentro una quotidianità vissuta da queste parti, sospesa tra il Friuli e il Veneto, dove passato e presente si mischiano. Ma soprattutto è il diario di una donna che, giocando con le parole, indaga la matassa di sentimenti che si cela dentro gli oggetti e le incombenze di tutti i giorni. Un viaggio nelle relazioni che vi farà ridere e piangere, a volte nello stesso momento. Manuale malincomico è un cammino tra le stagioni, dal caldo dell’estate alle foglie crepitanti dell’autunno, dalla brina dell’inverno al risveglio della primavera. Tra i volti che incontriamo in un bar e le solitudini che ci portiamo dentro. Tra i legami indissolubili e quelli che nascono e muoiono. Sino alle ferite, più o meno nascoste, che ci accompagnano lungo i corsi delle vite e delle città, quelle personali, e quelle collettive di una “quinta stagione” che non ci aspettavamo…
Odette Copat è nata a Pordenone nel 1975. Laureata in Scienze Politiche a Padova, è copywriter, e si occupa di progettazione e qualità nell’ambito dei servizi per l’autismo. Da anni cura il blog “30giorninprova” e dal 2019 firma la rubrica domenicale “PNeologismi” sul Messaggero Veneto. Manuale malincomico è il suo primo libro, lo puoi trovare qui.