
Recensire cercando lo Spirito Puro, la Quintessenza di certi romanzi e, magari, provare pure, attraverso ramati alambicchi, a distillarli.
📚Sfruttando i vari livelli di ebollizione, con libri come questo, se ne riempirebbero di ampolle da far inclinar più mensole!
E allora partendo dalle materie prime, immaginiamoci giungere a raccogliere ogni goccia e ogni molecola di vapore…
Fresco di pubblicazione da Piemme Editore, “L’alchimista imperfetta” è il primo romanzo che leggo di Naomi Miller, romanziera storica pluripremiata.
Inghilterra, 1600. Una contessa che osò essere una scienziata. L’incredibile storia di una donna fuori dagli schemi. “Mia madre era una strega. O almeno così dissero quando la trascinarono via. Ma per me era vera solo una cosa: lei era il centro del mio universo. Avevo nove anni e la mia vita cominciò quel giorno.” Inghilterra, 1573: in un mondo già illuminato dalla luce del Rinascimento, ma in cui ancora si dà la caccia alle streghe, la piccola Rose è figlia di una madre accusata di stregoneria, e per lei la vita sembra avere in serbo solo povertà e amarezza. Finché non avviene qualcosa che cambierà per sempre il suo destino: approda, come domestica, nel grande castello dei conti di Pembroke, regno della contessa Mary Sidney Herbert. Mary è una nobildonna, ma non una qualsiasi: amica della regina (Elisabetta I d’Inghilterra), mentore di un giovane poeta sconosciuto chiamato William Shakespeare, grande appassionata di letteratura e, cosa inaudita per i tempi, di scienza, Mary ha un segreto. Un vero e proprio laboratorio di alchimia, allestito nel suo palazzo, dove trascorre ore di studio ed esperimenti. E quando Rose si affaccia nella sua vita, Mary – che da tempo desidera una figlia che non arriva – la istruirà, insegnandole l’amore per lo studio. La loro amicizia, cementata dall’interesse proibito per la scienza, diventerà la cosa più importante: il modo per salvarsi dall’oscurità dei tempi, e lasciare la loro traccia nella Storia. Un romanzo raffinato ed emozionante, che racconta il personaggio, realmente esistito e ingiustamente dimenticato, di Mary Sidney Herbert, la contessa alchimista, ma è anche un affresco di un’epoca affascinante, l’era Tudor, magnifica nelle sue luci e nelle sue molte ombre.
Mary Sidney, contessa di Pembroke (Bewdley, 27 ottobre 1561 – Londra, 25 settembre 1621), è stata una poetessa, scrittrice, traduttrice inglese e scienziata visionaria. Calvinista per educazione, amante della Cultura e dell’Arte in generale: dai codici musicali, alla farmaceutica, all’erboristeria, alla letteratura e alla scrittura. Fondò un laboratorio di chimica a Wilton House. Trasformò Wilton in un Eden letterario. Una delle prime autrici dell’Inghilterra rinascimentale a pubblicare con il proprio nome. Dei quattro figli cito Philip Herbert, IV conte di Pembroke, nobile, politico e scrittore inglese, celebre per aver contribuito alla pubblicazione del First Folio, prima raccolta delle opere di William Shakespeare.
📚”L’alchimista imperfetta” è uno di quei libri per cui utilizzo l’aggettivo ‘rotondo’: completo, armonico, intero, privo di ombre e spigolature, fluido, meraviglioso.
Due protagoniste: Rose e Marystorie. Due Donne le cui storie ci vengono narrate, dalla Miller, in capitoli alternati mentre i loro due mondi, di estrazione sociale diversa, si intrecciano percorrendo strade a volte convergenti, a volte parallele e, infine, a volte in fusione. Due donne (non le uniche nel romanzo) che sfidano la fissità di stereotipi e codici patriarcali.
E adesso:
📚Da questo libro distillato, stratificazioni di letture tenute vicine con punti chiave da custodire in rovere e aghi di rosmarino.
Emancipazione culturale, prova dell’acqua, circoli letterari, matrimoni scostati, unioni a fin di bene, baci indimenticati; erbe curative, precettori, Shakespeare che gira “per casa”, stelle come briciole per seguire destini, profumo di zolfo, gessetti rossi per imprimere i fatti su carta, sorrisi bambini, lacrime adulte.
Cadono gocce di romanzo su spiriti ricettivi funzionali per portare a compimento congiunzioni; cadono essenze sopra uroboros singoli e doppi.

⚠️ Ecco che ritorniamo al cerchio iniziale, alla molteplicità di significati, inanellarsi ininterrotti di vissuti e percepiti; inizio e fine di legami inestricabili. Urobori, serpenti che si mordono la coda, estremità in perenne circolo, in perenne tocco, beneficio e maleficio, virtù e difetto in un unico Uno; veleno che uccide e veleno come antidoto. L’Uroboro è uno dei miei simboli prediletti – anche se non amo i rettili – e ritrovarmelo qui, quasi da protagonista anch’egli (‘anch’esso’ non mi piace) , l’ho trovato magico!
Le 432 pagine scorrono che è un piacere, disvelando, aromatizzando, creando genesi da divisioni, da trasfusioni, da scissioni e unioni.
Siamo giunti all’ultimo livello di distillazione, tutto è stato raccolto, ogni vapore, ogni sentore.
👉Nell’ultima ampolla del romanzo:
essenza di visione circolare che trascende i sistemi gerarchici, evidenziando il fatto che, a livello spirituale, alto e basso sono equivalenti!
✏ «Nell’alchimia, la possibilità della perfezione nasce dall’unione di elementi disparati. Secondo questo criterio, dunque, il genere femminile non dovrebbe essere giudicato inferiore o manchevole, bensì essenziale per il processo di avvicinamento alla perfezione. Questo obiettivo si può raggiungere solo includendo entrambi i generi.»
P.s: lo so, del romanzo in sè non è che vi abbia poi detto molto; di trama, amori, scoperte, scardinamenti femminili, maternità, nascite e lutti, non è che più di tanto io abbia qui scritto. Dovete farvi bastare, per questo, la sinossi ufficiale… il mio intento è sempre non spoilerare e questa è la vera sfida e il vero divertimento di questo mio scriver di libri!
Molto interessante! Grazie, Lisa! 🙂
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