
Mi accorgo di non aver mai parlato, in questo mio “intimo” loft, della silloge poetica Germogli, di Gianella Girotto, libro di cui ho curato la Prefazione.
La Dott.ssa Gianella Girotto, divenuta per me un’amica, è una Psicologa Psicoterapista oltre che una scrittrice dalla penna sensibile. Per il portale “Cultura al femminile” ho avuto il piacere di recensire il libro “Vivere fino all’ultimo respiro” – saggio in cui il tema centrale, come si evince dal titolo, è un argomento ritenuto spesso tabù: la morte – e “La grazia del perdono”, libro in cui analisi, psicologia, biodanza, misticità, spiritualità, dialogo, genitorialità e poesia si fondono in un unico cerchio imprescindibile.
L’anno scorso è uscito il suo ultimo libro e, stavolta, non si tratta di un saggio bensì di una silloge poetica in cui l’Autrice mette a “a nudo” il suo percepire.
Con molto onore ho avuto il piacere di curarne la prefazione e, in accordo con Gianella, ve la riporto:
“Le poesie di Gianella Girotto sono un insieme di parole che, simili a fili di luce, si legano e si slegano tra loro in un continuo scivolare verso il centro della Terra o un salire verso la cima delle vette, creando una rete invisibile, eppur tangibile, capace di collegare l’origine con il divenire. Ogni poesia è composta, per scelta precisa dell’Autrice, da versi liberi che veicolano, attraverso parole dal significato semantico evidente, il pensiero di Gianella Girotto circa il significato esistenziale dell’individuo che si sfuma all’interno di un’unione cosmica (“E poi finito il buio / la vita ti travolge come onde tumultuose / regalandoti frammenti di condivisione”). Leggendo queste poesie ho pensato a ciò che asseriva Ferdinand de Saussure, autore del Corso di linguistica generale (1916) circa il significato della semantica moderna, o per meglio scrivere, circa i campi associativi. Riscontro le sue definizioni all’interno di questo volume che si chiude aprendosi, dentro una sfera in cui ogni parola, ogni verso, ogni evocazione, rimanda al lettore immagini simboliche che s’inanellano tra loro. Ci sono componimenti brevissimi formati da due versi sciolti e altri più lunghi in cui i versi liberi arrotolano il lettore dentro un cerchio quasi facendolo sentire dentro un bozzolo di seta (“Luce e grazia ti abitano / essenza divina è la tua sostanza / carezze d’amore / come veli impalpabili ti avvolgono / Lascia che tutto accada perché è già”). Il lettore germoglia, si lascia sferzare dal vento, incontra una bambina mentre, forse, una goccia di rugiada scivola dall’occhio… e via leggendo, di verso in verso, si partecipa all’Inno che l’Autrice dedica alla Natura. La Natura che ci circonda, ci abita, abitiamo. La Natura è concretezza e spiritualità intrinseca, energia che unisce il visibile con l’invisibile, la scienza con la fede. Natura umana e Natura cosmica suggeriscono all’Autrice inni a una Vita in cui la gioia e il dolo sono intrinsechi e fusi insieme, non esiste sorriso che non abbia conosciuto lacrime di solitudine. Sole e sale, pace e rabbia, bruciore e carezza. Di tutto questo parlano questi versi e il lettore è indotto a chiedersi “Dove e come abito, io, questo mondo?” – Lisa Molaro.
Poesia tratta dal libro:

Ah… quasi dimenticavo, il libro lo trovate
Congratulazioni per la prefazione, è molto bella! 🙂 Bella anche la poesia, non conosco la poetessa. 🙂 Buona serata, cara Lisa! 🙂
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Luca, grazie, sei sempre molto gentile.
Per quanto riguarda l’Autrice, sono certa che, per i temi da lei trattati e per lo stile espositivo che ha – ti piacerebbero i suoi libri.
Buona serata
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Grazie, Lisa, magari poi cercherò qualcosa di suo.
Buona giornata 🙂
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