immagine di copertina presa: https://www.mymovies.it/film/2018/bohemian-rhapsody
Se un libro potrebbe essere paragonato a un grande oceano che ti si apre davanti agli occhi e ti fa sentire in salvo sopra una zattera di parole, andare al Cinema ti toglie un po’ di immaginazione portandoti direttamente lì, nel punto esatto in cui tutto si sta svolgendo.
Ieri sera siamo andati a vedere il tanto discusso e, ahimè, criticato “Bohemian Rhapsody“, il film di genere biografico, drammatico, diretto da Dexter Fletcher e Bryan Singer, con Rami Malek e Mike Myers. Uscito al cinema il 29 novembre 2018. Durata 106 minuti. Distribuito da 20th Century Fox.
A visione terminata, dopo aver fatto un bel respiro rientrando nella realtà del “qui e ora”, fatico a capire i commenti dei critici ma, dopo aver ammesso le mie incompetenze in merito di critica cinematografica, mi chiedo come sia stato possibile guardare con occhio asettico questo film…
Io mi sono “limitata” a sgusciarci dentro e la bravura dei registi, degli attori e l’immensità di una musica che ha saltellato di generazione in generazione creando a me, come a molti altri, ricordi impressi nel cuore, ha reso tutto, quasi, ipnotico.
Questa è la storia dei Queen, imprescindibile da quella di Freddie Mercury e infatti il perno su cui tutto ruota è la sua vita.
Ieri sera non ho “solamente” bencelato la mia voglia di ballare e cantare canzoni che hanno segnato i miei anni (il piedino si muoveva, le mani silenziosamente battevano, il labiale funzionava bene 😉 ) ma ho assistito all’aprirsi e al chiudersi di un cerchio esperienziale!
Come per tutte le cose cose, c’è una genesi, una ascesa, uno stallo e un scivolare più o meno rapidamente, verso il ricongiungimento lineare.
La vita di Freddie Mercury è stata esattamente questo: un ossimoro, un contrasto continuo tra l’apparire e l’essere… oppure, infondo, un “Essere contrastato”.
Abiti eccentrici, uno stile ricercato, studiato, preciso, appariscente e difetti fisici mantenuti naturali sino alla fine, quasi a voler, comunque, ritrovare sempre, in modo inconsapevole, allo specchio il riflesso della propria radice… ma questa è solo una mia, personale, interpretazione. Lo sapete che mi piace scavare sotto la patina di tutto ciò che mi capita a tiro!
Andare oltre il visivo e provare a capire il celato.
Tratto dal film:
John Reid (Aidan Gillen): Su, ditemi, cos’hanno i Queen di diverso da tutte le altre aspiranti rockstar che incontro?
Freddie Mercury: Glielo dico io cos’abbiamo…siamo quattro emarginati, male assortiti, che suonano per altri emarginati… i reietti in fondo alla stanza che sono piuttosto certi di non potersi integrare, noi apparteniamo a loro
106 minuti che ti portano dentro un partire per poi tornare, un fuggire per ritrovarsi, un annegare dentro la sofferenza nera, quella che ti implora la presenza dei riflettori, del fascio di luce sparato in faccia e di un microfono da direzionare alle nuvole
perché altrimenti, il silenzio ti assorda l’anima.
Una storia di eccessi, tipica delle grandi stelle che, per sentirsi qualcuno hanno talmente tanta paura di viversi da doversi spingere all’estremo.
106 minuti di consapevolezza, un’iperbole, una salita per poi tuffarsi, a braccia tese, nei fondali marini da cui poi risalire a rivedere il cielo.
106 minuti sul senso di famiglia, su quella genetica e su quella che ci scegliamo “in corso d’opera”, vivendo.
106 minuti sull’amore verso gli altri e verso se stessi.
106 minuti sugli avvoltoi, sugli avanzi di carne macera rimasta, sugli Abat–jour accesi secondo convenzione, messaggi di presenza quasi implorata per non sentire il buio scendere troppo in fretta. Tenerezza, cuore bambino in un corpo di uomo che indossa tutine aderenti bianche a scacchi neri o mantelli rossi bordati da candide pellicce.
Re o Regina?
Non importa, ciò che conta è la musica che azzera i generi spiazzandoli e confondendo le regole.
Ciò che conta è l’Essere.
Essere fino alla fine.
106 minuti, una vita.
Potrei andare avanti ancora per molto, scrivendo impressioni e riflessioni scaturitemi in quel passaggio piuttosto che in quell’altro ancora, ma rischierei di diventare logorroica, chiudo, quindi, così:
consigliandovi questo viaggio tra musica in essere!
https://www.youtube.com/watch?v=A22oy8dFjqc
immagine di copertina presa: https://www.mymovies.it/film/2018/bohemian-rhapsody/
Anch’io ho scritto un post su questo film: https://wwayne.wordpress.com/2019/02/25/we-are-the-champions/. Che ne pensi?
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Una bella sintesi, mi trovo concorde sul fatto che “risulta più veritiero” se i premi sono spalmati e non indirizzati a un unico titolo. Per quanto riguarda, invece, il protagonista di questo film spero abbia occasioni ulteriori nel dimostrare, anzi, confermare ulteriormente, la sua bravura!
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Me lo auguro anch’io, e ricambio i complimenti: anche il tuo blog è molto bello, infatti mi ci sono iscritto. Grazie per la risposta! 🙂
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